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2002: noi i primi stagisti di Giorgio Locatelli!

Aggiornamento: 1 set 2020








Era l’anno del Signore 2002 ed insieme a 2 mie alunne di Ricevimento ci siamo recate nel Regno Unito con l’obiettivo di svolgere uno stage di 3 settimane presso la reception di due alberghi: una di loro sarebbe andata al Cannaught Hotel a Mayfair, l’altra al St George Hotel.

L’esperienza si delineava per le ragazze già molto entusiasmante e ricca, ma ci si presenta l’occasione di trascorrere 4 giorni ad Abergavenny, nel Galles, per partecipare al “Food and Wine Festival”, un mercatino pittoresco fatto di prodotti locali, antesignano dell’odierno street food.

Quindi si parte 4 giorni prima del previsto e siamo ospiti di un signore, peraltro marchigiano, di Montefano, che in Galles aveva aperto il primo ristorante stellato “The Walnut Tree” ed ora un riferimento per la ristorazione italiana. Veniamo subito informati che nella bellissima Mansion House di Francio Taruschio, ci sarebbe stato anche il famoso Locatelli. Nella mia ignoranza, ho pensato fosse il titolare dell’azienda di mozzarelle e formaggi, cosa che ha suscitato non poca ilarità nelle persone presenti.

A tardo pomeriggio, arriva Giorgio Locatelli, acclamato da tutti e mi viene spiegato che è il proprietario del famoso ristorante stellato “Locanda Locatelli” che si trova in Seymour Street nel centro di Londra. Mangiamo tutti insieme nella cucina di Franco Taruschio ed il giorno dopo saremmo andati tutti nella cucina della scuola locale a preparare i piatti da far degustare ai turisti i giorni successivi.

E’ proprio in quel momento che mi viene fatta la proposta dell’anno: Giorgio Locatelli mi chiede una collaborazione con la nostra scuola e cioè far andare i nostri ragazzi 2 volte l’anno presso il suo ristorante per svolgere il consueto stage di 4 settimane.

Che dire, all’inizio la cosa ci era sembrata più che allettante anche solo per il fatto di poter stare a Londra ed ampliare le nostre destinazioni, poi però quando abbiamo conosciuto bene Giorgio Locatelli, abbiamo subito capito la grande opportunità che ci veniva data. Eravamo sì la prima scuola in assoluto ad entrare nel team degli stagisti di Giorgio, ma i ragazzi potevano assaporare e fare loro tutto l’entusiasmo che questo grande chef metteva nel suo lavoro: ci accompagnava ogni volta a fare il giro della cucina, ci mostrava ogni stazione della brigata con le relative preparazioni, ci trasferiva insomma tutto il suo background e capivamo il perché era arrivato fin lì.

Poi, negli anni, il progetto “stage” si è trasformato in un progetto Erasmus a tutto tondo, perché non conta solo il ristorante dove lavori, ma tutto ciò con cui vieni in contatto fa la differenza: un progetto Erasmus è aprirsi al mondo, non avere pregiudizi di nessun genere con l’obiettivo di allargare i propri orizzonti e le proprie mete. E quindi, perché non farlo a Londra che è la capitale europea con più etnie, religioni, culture e tradizioni. Il tutto in un melting pot che puoi realizzare solo all’interno di un progetto Erasmus.

E sì, loro, i nostri ragazzi sono proprio la “generazione Erasmus” ed io sono davvero fiera di loro.


Simonetta Ciucciomei





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