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“Per me è Ohana”

Ed eccoci qua a più di due anni da un’esperienza, anzi da QUELL’ esperienza che ti forma, ti cresce e ti fa maturare.

Ti trovi lì, ad aspettare l’esito della graduatoria e con estrema sorpresa trovi il tuo nome. Lì pensi “ce l’ho veramente fatta. Io. A Madeira. Un mese.” Le lacrime.

Si parte.

Che imbarazzo. Persone che fino a quel momento avevi visto forse una o due volte di sfuggita a scuola, e che… ma che c’entro con loro? Dire che siamo diventati una famiglia è riduttivo.

L’Erasmus è anche e soprattutto questo, trovare una famiglia in persone che nemmeno ti aspetti di incontrare nella tua vita, uniti dalle risate, dalle lacrime, dalle notti a fare discorsi filosofici su cos’è la vita, su “Ma tu cosa vuoi fare da grande?”, mentre si guardano le stelle dal balconcino di uno dei tanti edifici un pieno centro a Funchal.

L’Erasmus è famiglia, cuore, amore, crescita, capire chi sei veramente.

Perché a 17 anni un’esperienza così ti cambia nel profondo. E cresci insieme a quegli iniziali sconosciuti che ora chiami AMICI.

Se dovessi descrivere la mia esperienza con una sola parola, sarebbe sicuramente AMICIZIA.

L’amicizia che va oltre la vita. Perché proprio lì ho potuto conoscere inaspettatamente quello che ora è l’angelo custode che ci tiene tutti uniti, più di prima.

Il nostro amato amico, fratello, confidente CARLO, che con la sua solarità sapeva trasformare qualsiasi momento. Che con un sorriso o una battuta ridava senso nei momenti di down più totale.

Ci sarebbe così tante cose da dire su di lui, che nemmeno il miglior oratore o scrittore sarebbe in grado.

Avete presente l’amico che c’è sempre, in prima fila, senza chiedere nulla in cambio? Ecco lui era molto più di tutto ciò.

Un lavoratore instancabile. Un sole, la luna. Un sognatore sempre entusiasta. Un amico. Un confidente. Ora una stella, quella più brillante.

La stella polare che ora ci guida verso la strada più giusta e che ha lasciato dentro di noi una luce abbagliante, che ci fa vedere l’esistenza con i suoi occhi da visionario. Ci sarebbe tantissimo da dire, ma sarebbe veramente riduttivo.

“Cos’è stato per te l’Erasmus?”


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